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Il Parco

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Il Parco

 

Eravamo  due onde in ricerca

Di un posto tranquillo e della felicità

Possibile dopo una giovinezza familiare

Passata tra speranze e tumulti.

Tu addirittura uscisti dalla fine del mondo

Da una adolescente nazione.

Scegliesti una vedova nostalgica del suo passato

Di gloria, stanca dell’oggi, di occasioni mancate e di indossare consunti vestiti.

Io ti aspettavo nel parco

Che allora non c’era e solo potevamo immaginare

Un’offerta di vita così ampia ma anche dolorosa

Memoria di chi non è piu’ con noi.

E oggi che il parco sorride  

Si ricostruisce un giovanile sentimento di gioia

Che scavalca l’oppressione di onde scure

E che è il tuo mestiere

Io? Costruisco ponti e comunico

Mentre tu infondi gioia persino ai sassi

E così non ho piu’ paura delle parole

Di chiamare le cose con il loro nome

Muffe le muffe, tumori i tumori,

Senza aggettivi nobili o benigni.

Non ho paura delle parole ma di restare senza il tuo amore.

Cerco dove finisce l’onda e dove finisce il mare

Per incontrarti ancora piu’ di cento mille volte

E l’onda mi insegna che non ha piu’ confini

Mi parla del tuo infinito amore

E finalmente mi sento in quiete

Sulle tue labbra odora il profumo di gioia

Il vento si scuote e vola il mio cuore e

Se ci fosse la neve sarebbe tutto perfetto.

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